Terreno ricco in città

Uno studio condotto dall’Università di Sheffield, l’Università del Kent e il Centro per l’Ecologia e l’Idrologia NERC presso 136 siti nella città di Leicester e 28 siti agricoli vicini ad essa, ha dimostrato come la qualità dei terreni agricoli non sia necessariamente migliore di quelli cittadini, essendo anzi quest’ultimi ad essere i più “ricchi” ( siamo destinati a tornare a coltivare il grano in città come in tempo di guerra?).

Lo studio si concentra sull’indice di compattamento del terreno ad un primo livello, 0-7 cm di profondità e ad un secondo, 7-14 cm: maggiore l’indice, minore sarà la qualità del terreno ( in termini di capacità drenante e penetrabilità del terreno da parte delle radici).Terreno ultra-compatto o opera d'arte?

I risultati sono piuttosto sorprendenti: sebbene in città i risultati siano più “oscillanti”, i terreni agricoli ( e aggiungo io, supponendo, scientificamente coltivati) sono risultati mediamente più compatti ( lo studio parla di differenza “significativa”): questo per quanto riguarda il primo livello, mentre non sono state ravvisate particolari differenze al secondo livello.

Un altro risultato dello studio evidenzia la correlazione fra copertura del terreno e compattamento del terreno: i terreni più “coperti” ( da vegetazione di qualsiasi tipo) sono risultati meno compattati e quindi più di qualità.

Per i fervidi fedeli di Fukuoka nulla di straordinario, ma per chi non smette di interrogarsi ed è in costante ricerca di informazioni e chiarimenti, questo studio rappresenta un interessante spunto di riflessione.